Il settore del commercio online è divenuto sempre più importante negli ultimi anni, fino a raggiungere cifre veramente molto elevate, sia in termini di fatturato che di operatori professionali. Questo metodo di vendita, infatti, riassume dentro di se una molteplicità di operazioni differenti, e racchiude anche venditori specializzati nella vendita a privati e quelli operanti nella prestazione di servizi ad altre imprese. In tutto e per tutto, esso, rappresenta un mercato con un potenziale di crescita ancora molto elevato, che potrebbe attrarre molte risorse ed idee differenti per riuscire a produrre un reddito enorme.
In base al DPR del 1986 numero 917, un soggetto che si avvicina a questo fenomeno, può esercitare lavoro occasionale senza dover mettere in regola la propria posizione. Questo avviene, ovviamente, nel rispetto di precisi limiti previsti dalla norma. Innanzitutto le prestazioni di lavoro dovranno essere occasionali ed inoltre non il reddito percepito non potrà superare i 5 mila euro annui. Il soggetto che lavora in queste condizioni deve presentare una ricevuta che verrà poi assoggettata a ritenuta d’acconto del 20%. Questi importi dovranno essere inseriti nella sezione redditi diversi, della dichiarazione dei redditi ed il soggetto sarà pienamente in linea con gli adempimenti burocratici.
Qualora il compenso annuo superi la soglia prevista, oppure le prestazioni di lavoro assumano caratteri differenti rispetto alla occasionalità prevista dalla norma, il soggetto dovrà provvedere a regolarizzare la sua posizione. Questo avviene acquisendo una partita IVA ed iscrivendosi alla Gestione separata dell’INPS. Innanzitutto occorrerà scegliere la forma aziendale che più si adatta alle proprie esigenze. Un imprenditore che gestisce un giro d’affari non troppo elevato, potrebbe operare tramite ditta individuale, mentre più soggetti che decidano di mettersi in affari insieme saranno costretti ad avviare una vera e propria società. In questo caso sarà necessario presentarsi davanti ad un notaio per la costituzione e la stipula dello statuto della società. In questi casi i soggetti interessati dovranno sopportare spese che potranno facilmente superare il migliaio di euro. Per questo motivo occorre essere veramente sicuri del metodo operativo che si vuole utilizzare. In ogni caso bisognerà, poi, iscriversi alla Camera di Commercio e presentare la SCIA allo sportello unico per le attività produttive. Nel caso di apertura di un e-commerce, inoltre, esistono dei dati aggiuntivi che dovranno esser comunicati all’Agenzia delle Entrate come adempimenti supplementari. Nello specifico il soggetto interessato dovrà provvedere a comunicare l’indirizzo del sito web con il quale svolgerà l’attività imprenditoriale ed i dati dell’Internet service provider. Inoltre è richiesta anche la presentazione dell’indirizzo mail principale, del numero di telefono e dell’eventuale fax che si utilizzerà durante la propria attività.
Oltre ai costi per la gestione delle fasi sopra descritte, nel caso dell’apertura di un e-commerce si dovranno sostenere tutte le spese relative all’implementazione della piattaforma utilizzata. Questi costi non devono essere sottovalutati ed anzi andranno attentamente analizzati in sede di stesura del business plan. Infatti essi posso incidere anche molto pesantemente sull’avvio dell’attività e non saranno rimborsati in caso di insuccesso negli affari. In essi rientrano anche i costi relativi all’acquisizione dello spazio web necessario e alle prestazioni offerte dai web master.