Sono moltissime le domande che ci si pongono quando si decide di affrontare un nuovo percorso online. Molto spesso non si hanno tutte le conoscenze necessarie per capire fino in fondo la convenienza nell’affrontare un nuovo progetto. Cerchiamo, quindi, di capire quali siamo gli aspetti fiscali di base che vanno considerati prima di aprire un e-commerce.
La distinzione tra chi deve seguire un rigoroso iter fiscale, e chi non lo deve fare, si può ritrovare nei due requisiti di professionalità e non occasionalità. Chi esercita la vendita di beni o servizi online, in modo professionale, deve sicuramente rispettare alcuni parametri informativi che il fisco richiede. Questo concetto lo si può ritrovare, in prima battuta, nella normativa relativa all’applicazione dell’IVA. L’articolo 1 del D.P.R. 633/72 specifica che l’imposta si applica a quelle transazioni che riguardano un professionista che esercita il proprio ruolo di venditore. Per questo motivo se non si possiedono tali caratteristiche si può optare per un’altra soluzione.
Si potrà procedere alla vendita senza regolarizzare la propria posizione fiscale, qualora l’attività svolta possa essere qualificata come occasionale. In questo caso, infatti, non si ha il requisito base della professionalità. Inoltre esiste un’altra condizione per essere esonerati da tali obblighi. Infatti è necessario che il giro d’affari non sia superiore ai 5 mila euro annui. Quando questa soglia dovesse essere superata, si dovrà procedere a mettere in regola la propria posizione di venditore.
La regolarizzazione avviene fondamentalmente in due fasi.
- La prima consiste nell’acquisire una partita IVA che caratterizzi l’attività professionale dell’esercente.
- La seconda riguarda la propria posizione nei confronti dell’INPS. A questo riguardo, infatti, l’articolo 44 del Decreto Legge numero 269 del 2003 ha previsto l’iscrizione in un’apposita sezione separata dei lavoratori che possono essere qualificati come occasionali, tuttavia il reddito minimo anche in questo caso deve essere di 5 mila euro annui.
Risulta abbastanza utile specificare quale siano i caratteri distintivi del lavoratore occasionale. Questo viene definito dall’articolo 2222 del Codice Civile che recita quanto segue: il lavoratore occasionale è colui che compie un’opera, dietro pagamento, tramite le proprie conoscenze senza il vincolo di dipendenza dal datore di lavoro e principalmente con le proprie mansioni. Questo significa che questo lavoratore non entra a far parte dell’organizzazione del mandante e non è in alcun modo da esso dipendente. La collaborazione si conclude con la consegna del lavoro ultimato e non è comunque possibile sfuggire all’obbligo di retribuzione.
Per concludere si può quindi ricapitolare che il lavoratore autonomo che eserciti alcune forme di vendita di beni o servizi tramite la rete, se mantiene la caratteristica dell’occasionalità e non riceva compensi superiori ai 5 mila euro annui, potrà rimandare la propria iscrizione all’INPS e l’apertura di una partita IVA. Questo è fondamentale per capire che non si tengono comportamenti illeciti se si rispettano i due requisiti descritti in questo articolo. In certi casi, però, è più complesso stabilire se sia presente o meno il requisito della professionalità. Per questo motivo è sempre consigliabile contattare un esperto di normativa legata al web. In questo modo si potrà un parere qualificato circa la propria posizione.