Lo stage è un periodo formativo che si svolge presso un’azienda con lo scopo di entrare nel mondo del lavoro o per lo meno acquisire una professionalità. Lo stage è uno strumento di formazione rivolto agli inoccupati, ai disoccupati, ai lavoratori in mobilità, ma soprattutto ai giovani studenti, laureandi e laureati in procinto di intraprendere un master con stage come quelli organizzati da ICT Accademy che li qualifichi nel mondo del lavoro. Ma qual è la normativa che regolamenta gli stage e come sono strutturati?
Qual è la normativa sullo stage
Lo stage è regolamentato dall’art. 18 della Legge 196/97 (nota anche con il nome di “Pacchetto Treu”) e dal Decreto del Ministero del Lavoro n. 142 del 25 marzo 1998. Un ulteriore decreto, il D.L 138/2001, contenuto nell’allora Manovra finanziaria ha aggiunto nuove linee guida in materia di stage. Quindi, la normativa vigente sancisce che lo stage sia realizzato tramite una convenzione tra ente promotore o impresa ospitante e stagista, altrimenti attraverso convenzioni-quadro con le associazioni dei datori di lavoro.
Il numero di stagisti che un’azienda può avere varia a seconda dei seguenti casi:
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1 tirocinante se il numero di dipendenti e inferiore o pari a 5;
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2 tirocinanti contemporaneamente se il numero di dipendenti a tempo indeterminato è compreso tra 6 e 19;
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10% di tirocinanti se il numero dei dipendenti è superiore a 20.
Uno stage necessita di un soggetto promotore che abbia il ruolo di intermediario tra tirocinante e azienda ospitante. I soggetti promotori possono essere:
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centri per l’impiego;
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agenzie del lavoro;
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università, istituti scolastici o di formazione professionale;
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consulenti del Lavoro, attraverso la Fondazione Lavoro;
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soggetti in possesso dei requisiti specifici stabiliti dalle normative regionali.
Il ruolo del promotore è quello di elaborare il progetto formativo di orientamento con l’indicazione delle modalità di attuazione. Inoltre, il promotore dello stage è tenuto a siglare l’assicurazione contro gli infortuni a favore dei tirocinanti presso l’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) e presso una compagnia assicuratrice per la Responsabilità Civile. Uno stage senza queste caratteristiche è assimilabile al lavoro nero.
La regolamentazione della durata di uno stage è materia di competenza esclusiva delle Regioni e delle province autonome (art. 117 della Costituzione). Per evitare abusi e distorsioni nell’utilizzo dello stage, il 24 gennaio 2013 è stato raggiunto un accordo Stato-Regioni con linee guide specifiche in materia di durata:
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per i tirocini formativi e di orientamento: durata massima di 6 mesi;
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per i tirocini di inserimento/reinserimento al lavoro: durata massima di 12 mesi;
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per i tirocini attivati in favore di soggetti svantaggiati: durata massima di 12 mesi;
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per tirocini attivati in favore di soggetti disabili: durata massima di 24 mesi.
Per durata massima si intende il periodo complessivo comprensivo di proroghe. Il tirocinante deve essere affiancato da un tutor, una figura individuata dal soggetto promotore e dall’azienda ospitante e che è il responsabile didattico e organizzativo delle attività che il tirocinante svolge nell’azienda.
Lo stage non è retribuito, però sono previste forme di rimborso anche piuttosto importanti e buoni pasto a discrezionalità dell’azienda ospitante. Solitamente nelle imprese multinazionali, lo stagista riceve una piccola retribuzione, ma nella maggior parte dei casi, lo stage non è retribuito, ma vi è la copertura di alcune spese (trasporti, benzina, pasti). Infine, vi sono casi in cui lo stage è completamente gratuito con tutte le spese a carico dello stagista. In ogni caso, lo stage ha valore di credito formativo e professionale in quanto certificato da strutture promotrici e può essere riportato sul curriculum dello studente o del lavoratore.