Alunni con disabilità: le linee guida per un percorso individualizzato

La scuola non è solo mero studio e valutazioni. Anzi, soprattutto nei primi anni, questa istituzione svolge un ruolo basilare sia nella formazione della persona sia nella creazione di un gruppo classe inclusivo e partecipativo. In particolare la scuola, al fine di essere realmente inclusiva, è chiamata a tenere conto delle specificità degli alunni, oltre a creare percorsi personalizzati per i bambini e i ragazzi che hanno esigenze particolari.

In questo discorso rientra la stesura del Pei, acronimo per piano educativo individualizzato, un documento che stila gli obiettivi e i percorsi didattico – educativi riferiti a ogni studente con disabilità. Alla creazione del Pei concorrono più parti: il corpo docente ovviamente, ma anche i genitori e altre figure professionali specifiche, come gli assistenti alla comunicazione o pedagogisti e psicologi.

 

I riferimenti normativi

Redigere un Pei è un importante passaggio educativo, ma anche un atto formale normato per legge. Il riferimento principale è il decreto legislativo 66/2017, aggiornato dal Decreto 182 della fine del 2020. Le novità riguardano principalmente lo snellimento dell’iter burocratico, ma anche l’introduzione di 4 modelli unificati, uno per ogni ciclo scolastico dall’infanzia alle superiori, che diano indicazioni valide a livello nazionale in tema di valutazione e di obiettivi didattici.   

Inoltre, si definisce il ruolo delle famiglie nella partecipazione alle riunioni del Glo, il gruppo di lavoro operativo, e i criteri di assegnazione degli insegnanti di sostengo.  Dal 2021 la partecipazione alle riunioni è aperta a tutto il corpo docente, non solo agli insegnanti di sostegno; è da ricordare che questa figura è assegnata alla classe e si occupa dell’inclusione di tutta la classe. Non è quindi una assegnazione al singolo studente.  E’ il direttore didattico a presiedere il Glo e a individuare i membri, ovviamente sempre nel rispetto delle indicazioni della normativa.

Cosa deve contenere il Pei

La parola chiave per la realizzazione del Pei è “individualizzato”: ogni documento quindi deve partire dallo studente e dalle sue specificità. Sulla base della tipologia di invalidità, e sempre tenendo come riferimento l’inclusione, si definisce un profilo di funzionamento. Questo è il documento da cui si parte per individuare un percorso didattico tagliato sulle necessità dell’alunno, inteso sia come strumenti e materiale da utilizzare, sia come obiettivi da raggiungere in ambito prettamente didattico. Questi ultimi possono essere differenti rispetto ai compagni, ma in alcun modo questa situazione deve influire sull’inclusione di ogni alunno nel gruppo classe.

L’aggiornamento del decreto del 2020 prevede solo in casi eccezionali di poter escludere alcune discipline dal curriculum dell’alunno disabile, e solo di fronte a una incompatibilità oggettiva nel rapportarsi a tale materia, non certo per semplici difficoltà di apprendimento. E’ comunque una decisione che deve essere presa dall’intero consiglio di Classe.

Come dare attuazione alle linee guida del documento

Definire e ancora di più attuare un Pei non è per nulla un compito facile. La sfida principale è quella di riuscire a disegnare un percorso individualizzato per un alunno che fa parte di un gruppo classe, pur assicurandone la totale inclusione.  E’ questo sempre l’obiettivo primario del percorso scolastico degli alunni con disabilità.

Sono comunque gli insegnanti a essere sul campo, coloro che sono chiamati a dare attuazione concreta alle indicazioni raccolte nel Pei. A dare loro sostegno c’è il portale Scuola.net, spazio dedicato agli insegnanti di ogni ordine scolastico che offre iniziative gratuite pensate per la didattica e per la formazione. Progetto nato dall’esperienza de La Fabbrica, ente di formazione certificata dal 2016, Scuola.net ha posto attenzione anche ai temi dell’inclusione e della disabilità con “AutLab: Laboratorio per menti speciali”.

Si tratta di un corso, riconosciuto dal Miur nell’ambito della formazione obbligatoria per i docenti per un totale di 30 ore, che illustrata strategie efficaci per promuovere l’interazione didattica e sociale degli alunni con autismo, in un contesto di classe che tenga conto delle personali alterità e caratteristiche di ogni individuo. L’idea è di lavorare per competenze trasversali sui bisogni sociali dello studente, arrivando fino a sviluppare il concetto di cittadinanza attiva. Il corso è pensato specificatamente per gli insegnanti di scuola primaria, realizzato in collaborazione con Fondazione Renato Piatti e lo psicoterapeuta Giorgio Seragni.