Oggi le opportunità di lavoro all’estero sono ormai sempre più frequenti e a portata di mano. Spesso l’apertura di posizioni in un’azienda in Europa o altrove è l’occasione giusta per cambiare radicalmente stile di vita, fare nuove esperienze lavorative e personali e per imparare a vivere al di fuori del proprio Paese, conoscendo nuove culture e società.
Ma come scrivere un buon CV per l’estero? Come non cadere vittima di errori in buona fede, pensando di star facendo la cosa giusta?
L’importanza di un Curriculum Vitae inglese
Il primo passo per accedere al mondo lavorativo estero è, come sempre, un Curriculum Vitae. Il CV negli anni si è imposto come il “biglietto da visita” con cui presentarsi ai datori di lavoro, comunicando attraverso un semplice documento le proprie conoscenze ed eventuali esperienze lavorative adatte al ruolo da ricoprire.
Avere un curriculum in inglese quando ci si propone ad un’azienda fuori dall’Italia è ovviamente indispensabile. Poche aziende desiderano documenti inviati in lingua italiana e, anche nel caso lo ammettano, è spesso consigliato inviarne una copia in inglese per dimostrare di possedere le conoscenze adatte.
Una buona idea è capire innanzitutto a fondo l’importanza di un CV in inglese, senza dare per scontato nulla.
Il CV inglese: traduzione o redazione?
Se già compilare in maniera efficace il Curriculum Vitae è di per sé una sfida, quando se ne prepara uno per l’estero, in inglese, alcuni fattori si aggiungono alle consuete difficoltà.
Innanzitutto c’è da fare chiarezza sui termini: nonostante in USA il termine per i CV sia solitamente “resume“, il concetto di base rimane lo stesso: presentare il proprio profilo lavorativo e spiegare perché potrebbe corrispondere a ciò che l’azienda sta cercando.
Negli anni i recruiter ed altre figure più o meno specializzate si sono dispiegate in una lunga serie di consigli online, talvolta piuttosto confusi: alcuni incentrano l’efficacia del CV sulla sua brevità, altri sulla completezza, altri ancora sullo stile grafico o sul metodo di scrittura.
In questo calderone d’idee e punti di vista, si è presto reso necessario fare delle distinzioni e creare vari tipi di CV, adattandoli al meglio alle posizioni per cui ci si andrà a candidare.
Un curriculum in inglese può essere scritto in due modi: partendo da zero, usando già in fase di compilazione la lingua estera, oppure convertendo un documento pre-esistente in italiano o altra lingua. I vantaggi e svantaggi di entrambe le procedure potrebbero non apparire così evidenti, almeno fino al momento dell’effettiva lettura finale.
Come evitare errori
Nonostante possa sembrare ovvio, è molto probabile che per voler redigere un CV in inglese, il candidato possieda già almeno un minimo di conoscenza della lingua. Tuttavia, sia quando si hanno basi linguistiche che per chi può contare su livelli linguistici più avanzati, la redazione (o traduzione) del curriculum presenta diverse insidie.
Quando si parla di settori lavorativi specifici, per esempio, sono sempre presenti alcuni termini che, se utilizzati in sostituzione di altri, possono dare un impatto diverso a chi legge. Si pensi ad esempio alla denominazione della posizione di responsabile all’interno di un’azienda: il corrispettivo di ogni grado aziendale è definito attraverso termini specifici, settoriali.
Sebbene possa essere visto come un’occasione per rendere più particolare il curriculum, spesso deviare dai termini “ufficiali” ha un effetto negativo, facendo apparire il candidato come un novizio del mondo del lavoro o, peggio, carente sotto il punto di vista grammaticale.
Melascrivi: servizi di traduzione e ottimizzazione
Data l’importanza dei documenti di cui si sta parlando e la specificità richiesta nel redigerli, non è mai una cattiva idea rivolgersi a delle figure professionali per la traduzione o redazione. Un investimento in termini di tempo e sicurezza.
L’esempio più classico è probabilmente rappresentato dal libero professionista con diversi anni di attività in proprio alle spalle, il quale desidera inoltrare la candidatura ad un’azienda o committente estero, illustrando le proprie esperienze e “skills” nella maniera più d’impatto possibile.
I servizi di traduzioni online sono sicuramente una delle soluzioni più efficaci per avere un risultato ottimale, andando anche a “smussare” eventuali irregolarità grammaticali, il cui senso durante il passaggio alla lingua inglese potrebbe essere perso.
Uno dei servizi di traduzioni più apprezzati è indubbiamente Melascrivi, marketplace dove è possibile reclutare autori, traduttori, copywriter, giornalisti ed in generale professionisti della scrittura, comunicazione e traduzione.
L’ottimizzazione del CV è da effettuare anche tenendo presenti le specificità dell’azienda e del ruolo per cui ci si vuole candidare: molteplici esperti di recruiting suggeriscono da anni di personalizzare il contenuto dei resume, selezionando solo le esperienze lavorative più significative per la posizione desiderata e riducendo le informazioni poco utili al minimo. Altri parlano persino di fare una singola pagina A4 dove si presentano didascalicamente “skills” e “experience”, creando un’istantanea del proprio profilo lavorativo.
Qualsiasi formula si scelga, un CV in inglese per essere efficace deve sempre tenere conto anche del Paese per cui si sta inoltrando la propria candidatura. Ogni area del mondo ha tratti particolari quando si parla di ambiente lavorativo e, tenendo in considerazione questo, è possibile giocare d’anticipo, scegliendo cosa mettere più in evidenza per fare una buona impressione sui recruiter di tutto il mondo.